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Elena Aceto
01 Dicembre 2017 / Pubblicato in Artisti rappresentati

Pietro Caramelli, La Teiera di Russell: «Seguiamo un continuo flusso creativo!»

Ogni giorno scopriamo nuovi talenti tra i tanti artisti del catalogo Soundreef. Oggi abbiamo chiacchierato con Pietro Caramelli, chitarrista dell’interessante band ‘La Teiera di Russell’, attivo anche con il progetto solista ‘Noah Pax’.

Ciao Pietro, piacere di conoscerti. Raccontaci un po’ di te della band e del nuovo progetto solista. Innanzitutto come e quando nasce ‘La Teiera di Russell’?

La Teiera di Russell nasce nel 2014 dall’incontro di tre amici in sala prove e dalle conseguenti interminabili jam session di pura improvvisazione, senza nessuna pretesa di dare una forma completa, seguendo un continuo flusso creativo. L’accrescersi di un legame soprattutto umano tra i tre componenti ha portato alla continuazione del progetto e al rilascio del primo disco “NMR” dopo solo un anno dalla fondazione.

Che approccio alla composizione avete di solito con la band? Come nascono i vostri brani?

Per quanto riguarda “NMR” l’approccio è stato quello dell’improvvisazione. Io (Pietro, chitarra) e Tommaso (tastiere) abbiamo sempre cercato di essere complementari tra aspetto melodico e armonico, cercando di variare atmosfera molto spesso. In quest’ultimo aspetto il contributo ritmico di Paolo (batteria) è fondamentale, rendendo i passaggi di dinamica tra una “scena” e l’altra sì destabilizzante, ma sempre molto fluido.

Come vedi oggi la scena post-rock e math-rock in Italia ed in Europa?

Tralasciando i mostri sacri la proposta nel genere si è sempre più frammentata, ma in maniera positiva. C’è sempre di più la volontà di staccarsi dal genere “post-rock”, il quale nonostante la definizione così vaga stava andando sempre di più uniformandosi, e ricercare una libertà espressiva che più si avvicina al linguaggio contemporaneo.

Che momento storico sta vivendo più in generale oggi la scena italiana? Pro e contro.

Per definire i pro e contro di questo periodo storico credo non basti essere un veggente. Mi limito a dire che in relazione alla situazione anche sociale il nostro paese sta vivendo un momento culturale molto strano e contraddittorio.

Parlando invece del percorso ‘solista’, che tipo di esperienza è invece ‘Noah Pax’?

Noah Pax nasce come progetto sperimentale di home recording su alcune canzoni scritte tra il 2015 e il 2017 ed è stato portato dal vivo in poche occasioni. Recentemente, dopo l’incontro con il duo di musica elettronica W/him sono riuscito a registrare il primo EP ufficiale che non vedo l’ora di fare uscire.

Perchè Soundreef?

Soundreef mi ha permesso di affacciarmi al mondo del diritto d’autore in modo chiaro e trasparente, cosa che per i primi anni in cui suonavo vedevo come un lato oscuro e, alle volte pericoloso da affrontare da indipendente.

Grazie mille e in bocca al lupo, Pietro!

 

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